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In via Giardinaccio l'arco del Notaro, in pietra ...

Ho partecipato in più occasioni alle passeggiate organizzate da Toti Moncada sulle tracce del mondo ebraico a Palermo.
Trovare oggi tracce della “giudecca ebraica palermitana” non è cosa facile poiché numerose sono state le trasformazioni che sono avvenute dopo il XV secolo allorquando con l’editto di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia gli ebrei furono espulsi dal regno di Spagna e dai suoi possedimenti.
Gli arabi avevano favorito l’immigrazione di numerosi ebrei maghrebini già dal X secolo. Essi abitarono al di fuori del perimetro cittadino costituito dall’antica Paleopoli e Neapoli lungo il corso del torrente Kemonia nel quartiere arabo della moschea di Ibn Siglab suddiviso in due rioni: Harat-abu-Himaz (Meschita) e Horat-al-Jahudin (Guzzetta)
I due rioni, Meschita e Guzzetta, erano uniti dall’attuale via Ruggero Mastrangelo, che conduceva al macello sito nel rione Guzzetta nei pressi dell’attuale piazza S. Cecilia.
La contrada della Meschita è delimitata dalle vie Giardinaccio e SS. Quarata Martiri a sud, via Calderai, piazza Ponticello a nord, dalla via S. Cristoforo ad est.
La contrada della Guzzetta, che si salda alla Meschita in prossimità della piazza Sant’Anna, è delimitata dalla via Ruggero Mastrangelo a nord-ovest, dalle vie Lattarini e Calascibetta a nord, e dal vicolo dei Corrieri ad est.