Visita all’Oratorio di Santa Caterina d’Alessandria all’Olivella, con gli amici del Club di Territorio di Palermo del TCI – novembre 2019 – Riccardo Coco

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L’Oratorio.

Appuntamento con soci e simpatizzanti del Club di Territorio di Palermo del TCI in via Monteleone, tra piazza Olivella e via Roma, per visitare l’Oratorio di Santa Caterina d’Alessandria all’Olivella, sede della Luogotenenza Italia – Sicilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

L’oratorio è stato eretto agli inizi del XVIII secolo ma il rivestimento decorativo in stucco di scuola Serpottiana è successivo (1719 -24), attribuibile a Procopio Serpotta, figlio del più famoso Giacomo ed a Domenico Castelli.

Entrando, nel fondo si intravede il cortile con la fontana, mentre da una porta laterale si accede al vestibolo dell’Oratorio.

Nel cortile oltre ad una bella fontana è visibile il pozzo della dimora della Santuzza. Nel 1620, è documentata una chiesa e il pozzo di Santa Rosalia nel luogo ove, secondo tradizione popolare, sorgeva la casa di Rosalia de' Sinibaldi. — Nel cortile oltre ad una bella fontana è visibile il pozzo della dimora della Santuzza. Nel 1620, è documentata una chiesa e il pozzo di Santa Rosalia nel luogo ove, secondo tradizione popolare, sorgeva la casa di Rosalia de’ Sinibaldi.

Il tema delle decorazioni dell’oratorio è incentrato sulla storia di Santa Caterina d’Alessandria protettrice dei dotti, infatti le statue sulle due pareti simboleggiano le scienze. Tutti gli stucchi sono disposti con ordine e studiata simmetria.

Padrone di casa, l’avv. prof. Lorenzo (Antonio) Lo Monaco, che ha ricoperto in passato il ruolo di luogotenente dell’Ordine, e che ci ha intrattenuto sulle storia dell’Oratorio.

All’esterno e dentro il presbitero, quattro statue di sante siciliane, (da sinistra) Santa Nympha, Santa Rosalia, Sant’Agata e Sant’Oliva mentre sull’altare il Martirio di Santa Caterina di G. Salerno.

Le statue sulla sinistra simboleggiano: la “Dialettica”, la “Fisica”, la “Geometria” e la “Teologia”.

Le statue sulla destra simboleggiano: la “Retorica”, l’”Etica”, la “Geografia” e l’”Astrologia”.

Una delle quattordici tavole ellittiche dipinte nelle spalliere dei sedili destinati ai confrati raccontano le storie della santa.

L'affresco della volta raffigura l’Apoteosi di Santa Caterina, ultima opera di Antonio Grano, completata da Paolo Grano, nei pennacchi altri angeli recano oggetti simbolo della Martire. — L’affresco della volta raffigura l’Apoteosi di Santa Caterina, ultima opera di Antonio Grano, completata da Paolo Grano, nei pennacchi altri angeli recano oggetti simbolo della Martire.

Nella controfacciata sotto le logge del coro, sedute su mensole le statue della “Sapienza” (identificata proprio con santa Caterina d'Alessandria, nota per il suo "sapere" e patrona di artisti e sapienti) e la “Scienza”, al centro il dipinto su tavola cinquecentesco raffigurante la Vergine con Bambino di Vincenzo degli Azani da Pavia, di scuola raffaellesca. Pregiato è lo scanno ligneo di mogano riservato ai Superiori della Compagnia. — Nella controfacciata sotto le logge del coro, sedute su mensole le statue della “Sapienza” (identificata proprio con santa Caterina d’Alessandria, nota per il suo “sapere” e patrona di artisti e sapienti) e la “Scienza”, al centro il dipinto su tavola cinquecentesco raffigurante la Vergine con Bambino di Vincenzo degli Azani da Pavia, di scuola raffaellesca. Pregiato è lo scanno ligneo di mogano riservato ai Superiori della Compagnia.

Le statue della “Sapienza” (identificata proprio con santa Caterina d'Alessandria, nota per il suo "sapere" e patrona di artisti e sapienti) e la “Scienza”, al centro il dipinto su tavola cinquecentesco raffigurante la Vergine con Bambino di Vincenzo degli Azani da Pavia di scuola raffaellesca. — Le statue della “Sapienza” (identificata proprio con santa Caterina d’Alessandria, nota per il suo “sapere” e patrona di artisti e sapienti) e la “Scienza”, al centro il dipinto su tavola cinquecentesco raffigurante la Vergine con Bambino di Vincenzo degli Azani da Pavia di scuola raffaellesca.

Il dipinto su tavola cinquecentesco raffigurante la Vergine con Bambino di Vincenzo degli Azani da Pavia di scuola raffaellesca.

Lo scanno ligneo di mogano riservato ai Superiori della Compagnia, addossato alla controfacciata, in legno dorato intarsiato con avorio e madreperla.

Le statue sulla destra (a sinistra verso la controfacciata) simboleggiano: la “Retorica”, l’”Etica”, la “Geografia” e l’”Astrologia”.

Le statue sulla sinistra(a destra verso la controfacciata) simboleggiano: la “Dialettica”, la “Fisica”, la “Geometria” e la “Teologia”.

L’altare maggiore all’interno del presbitero.

Particolare dell’altare maggiore.

Scene della vita della santa in uno dei due quadroni ai lati del presbiterio: a sinistra (nella foto) una tela con Santa Caterina e la disputa con i sapienti.

Gli stucchi sopra una delle porte laterali all’interno del presbitero.

La statua della “Teologia”.

La statua di “Sant’Agata”.

La statua della “Physica”.

La statua della “Geometria”.

La statua di “Santa Nympha”

La statua di “Santa Oliva”.

Soci e simpatizzanti del Club di Territorio di Palermo del TCI durante la visita.

L’avv. prof. Lorenzo (Antonio) Lo Monaco, che ha intrattenuto i partecipanti alla visita raccontando non solo la storia dell’Oratorio, ma anche quella dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme nel quale ha ricoperto la carica di luogotenente.

Il Console del Club di Territorio di Palermo del TCI Fabio Rocca insieme a Laura Bonanno e Serena Gentile.

L'affresco della volta raffigura l’Apoteosi di Santa Caterina, ultima opera di Antonio Grano, completata da Paolo Grano, nei pennacchi altri angeli recano oggetti simbolo della Martire. — L’affresco della volta raffigura l’Apoteosi di Santa Caterina, ultima opera di Antonio Grano, completata da Paolo Grano, nei pennacchi altri angeli recano oggetti simbolo della Martire.

Le statue sulla parete destra simboleggiano: la “Retorica”, l’”Etica”, la “Geografia” e l’”Astrologia”.

Le statue sulla parete sinistra simboleggiano: la “Dialettica”, la “Fisica”, la “Geometria” e la “Teologia”.

Nel vestibolo, “Lo Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria”, quadro attribuito a Gaspare Vazzano, detto lo Zoppo di Ganci da non confondere con Giuseppe Salerno nato anche esso a Gangi che usò lo stesso pseudonimo forse perché allievo del quasi coetaneo Vazzano.