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Al n. 51 (all’epoca via dei Materazzari 53) di via ...

Toti Moncada, data la complessità della saga dei Florio, ha diviso in due momenti la passeggiata sulle “tracce dei Florio”;
la prima passeggiata nel quartiere delle Logge da piazza San Domenico diretti verso la Cala.
La seconda passeggiata, per la visita al complesso edilizio noto come “Casa Florio all’Olivuzza” prevalentemente ubicato difronte la piazza Sacro Cuore e tra la via Oberdan e piazza Principe di Camporeale.
Nelle vicinanze di piazza Principe di Camporeale, in Viale Regina Margherita, nel 1899 fu costruito il Villino Florio, che era destinato a residenza di Vincenzo Junior, fratello minore di Ignazio Junior.
Sono tornato ad ammirare i palazzi di “Casa Florio all’Olivuzza” ed in particolare il Villino, opera ineguagliabile di Ernesto Basile, con Toti Moncada che ha accompagnato altri amici raccontando la storia della famiglia Florio arricchendola di piacevoli aneddoti

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Per la prima passeggiata ci siamo incontrati a piazza San Domenico e da lì, percorrendo la via Meli, ci siamo addentrati nel quartiere delle Logge (dei mercati), uno dei quattro mandamenti in cui è diviso il centro storico, noto anche come Castellamare, cuore commerciale di Palermo. La via dei Materassai sulle tracce della famiglia Florio dove al n. 51 (all’epoca via dei Materazzari 53) Paolo Florio insieme al cognato Paolo Barbaro aveva acquisito un piccolo magazzino per stipare le merci da rivendere a Palermo.
Pure in via Materazzari abitava la famiglia Ingham proveniente dalla Gran Bretagna insieme ad altri imprenditori inglesi -Woodhouse, Whitaker (successivamente imparentati con gli Ingham), Hopps e Pyne- che nei primi dell’ottocento scorrazzavano per il Mediterraneo alla ricerca di nuovi mercati e di nuove merci da importare in Inghilterra.
La Casa di Commercio Ingham e C. fondò, insieme a Vincenzo Florio, una Società per la produzione di derivati dello zolfo e una per i battelli a vapore siciliani.
Vincenzo Florio era figlio di Paolo che con il cognato Paolo Barbaro si era trasferito a Palermo dopo il terremoto del 1783 che aveva sconvolto la Calabria e anche la loro cittadina Bagnara Calabra.
Vincenzo aveva ereditato la casa di via Matarazzari alla morte dello zio Ignazio nel 1825. Il padre Paolo era morto nel 1806 e Vincenzo da allora aveva vissuto con la mamma e lo zio Ignazio che nel frattempo si era trasferito a Palermo.
Oggi tutto il quartiere è molto degradato, ma all’epoca dei Florio era il cuore commerciale della città animato da un via vai di persone che si dirigevano verso le botteghe artigiane degli orafi e argentieri nel quadrilatero di S. Eligio.
La chiesa di Sant’ Eligio degli Argentieri (via Argentiera Vecchia, Vicolo Sant’Eligio) -di cui sono arrivati a noi solamente i ruderi- andata distrutta durante bombardamenti del 1943, fu realizzata dalla confraternita degli argentieri nel 1650. La sua stessa denominazione indica appunto che nella zona operano, ora come allora, per lo più orafi e argentieri.

Per la seconda passeggiata ci siamo dati appuntamento davanti al villino Florio in Viale Regina Margherita per visitare anche l’interno. E successivamente passeggiare attorno agli edifici del complesso “Casa Florio all’Olivuzza”.
La Famiglia Florio incaricò Ernesto Basile di progettare una “casina” da adibire a residenza del giovane Vincenzo (Junior), fratello minore di Ignazio Junior.
Questa opera pensata come “garçonniere” per il giovane rampollo di casa Florio si è rivelata come una delle più importanti testimonianze del Liberty palermitano, opera di assoluta eccellenza dell’architetto Basile, considerata uno dei capolavori dell’Art Nouveau a livello europeo.
Nel novembre del 1962 un incendio di comprovata natura dolosa ha danneggiato il villino e distrutto quasi completamente l’interno dell’edificio; nel rogo sono andati rovinati irreparabilmente quasi tutti gli arredi interni, realizzati in gran parte dalla ditta Ducrot.
Nel 1984 la Regione Siciliana ha acquisito l’immobile e successivamente avviato il restauro ultimato soltanto nel 2009.
Dopo la visita del Villino Florio ci siamo avviati verso piazza Sacro Cuore da dove è possibile individuare diversi dei palazzi di Casa Florio all’Olivuzza”.
A questo proposito è opportuno inserire una breve nota storica su come la famiglia Florio fosse giunta all’”Olivuzza”.
Ignazio Florio senior aveva acquisto, all’Olivuzza, da Cesare Airoldi marchese di Santa Colomba, la villa appartenuta alla principessa russa Varvara Schehovskaja. Successivamente i Florio avevano effettuato diverse acquisizioni e aggregazioni di terreni e corpi di fabbrica attorno alla villa. L’area appartenuta alla principessa russa Varvara Schehovskaja era stata del tutto mutata dando luogo a svariati edifici diversi per stile: Palazzo Maniscalco-Basile, in stile neogotico-veneziano, Palazzo Florio-Wirz, in stile neogotico-catalano, la Palazzina Florio e Palazzo Florio-Fitalia. Questo complesso edilizio noto come “Casa Florio all’Olivuzza” è prevalentemente ubicato difronte la piazza Sacro Cuore e tra la via Oberdan e piazza Principe di Camporeale.
Ignazio Florio junior e la sua bellissima consorte, Donna Franca Jacona di San Giuliano abitavano a Palazzo Florio-Fitalia uno degli edifici del complesso “Casa Florio all’Olivuzza”.

Sono tornato ad ammirare i palazzi di “Casa Florio all’Olivuzza” ed in particolare il Villino, opera ineguagliabile di Ernesto Basile, con Toti Moncada che ha accompagnato altri amici raccontando la storia della famiglia Florio arricchendola di piacevoli aneddoti